Homo luzonensis è la nuova specie di Homo trovata nelle Filippine
Homo luzonensis è la recentissima scoperta che porta tutto il modo scientifico a nuove scoperte e nuovi dubbi. Sarà l’anello mancante? Ci avvicinerà alla verità? Sarà un parente dell’Homo sapiens?
La zona del ritrovamento dell’ Homo luzonensis è sita nella Grotta di Callao, nelle Filippine, più precisamente sull’Isola di Luzon, in cui sono stati rinvenuti i resti ossei.. “Le isole delle Filippine sono state a lungo tempo tagliate fuori”, afferma Armand Mijares, archeologo della University of the Philippines Diliman beneficiario di un finanziamento National Geographic, che è inoltre leader del progetto e uno degli autori dello studio. Ma H. luzonensis ribalta il copione e contribuisce a superare l’idea obsoleta secondo la quale la linea evolutiva umana sarebbe progredita in modo lineare da specie meno avanzate a specie più evolute.
Cosa hanno trovato i ricercatori?
Durante gli scavi gli scienziati hanno trovato le ossa di mani, piedi e frammenti di femore e anche alcuni denti appartenenti ad almeno tre individui differenti.
Perchè la coperta non è stata fatta prima?
“Le isole delle Filippine sono state a lungo tempo tagliate fuori”, afferma Armand Mijares, archeologo della University of the Philippines Diliman.
I paleontologi infatti sapevano che ominidi come l’Homo erectus, si avventuravano percorrendo molte aree dell’attuale Indonesia, ma mai si aspettavano che essi si fossero avventurati fino a questa zona delle Filippine, proprio perché l’Isola di Luzon non era mai stata connessa alla terraferma, quindi particolarmente difficile da poter raggiungere per gli ominidi di 50mila anni fa.
Per questo motivo i ricercatori non hanno mai preso in considerazione di effettuare ricerche più mirate, credevano che scavare nelle zone più profonde e più antiche non avrebbe portato risultati interessanti.
“La maggior parte degli archeologi del sud-est asiatico, negli scavi effettuati nelle grotte, scendevano solo fino a due metri di profondità e poi si fermavano”, afferma Mijares.
Cosa hanno scoperto sull’ Homo luzonensis?
I ricercatori guidati da Florent Détroit hanno effettuato diverse analisi morfologiche, come le ricostruzioni tridimensionali tramite scansione, che hanno permesso una datazione abbastanza precisa delle ossa: risalgono a circa 67.000.
Hanno tentato anche di ricavare tracce di DNA dai resti delle ossa, ma il patrimonio genetico e difficile che rimanga intatto dopo milioni di anni sotterrato tra umidità, terra e acqua.
Fonte: www.the-scientist.com
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